Verona, a 27 anni si suicida in carcere. Lettera al fidanzato: «Perdonami, devi essere forte»

Donatella aveva problemi di dipendenza ed era detenuta a Montorio per piccoli furti, le sue ultime parole al ragazzo che l’aveva fatta innamorare: «Sei stato la cosa più bella»

Donatella e la sua ultima lettera
Donatella e la sua ultima lettera

«Leo amore mio, mi dispiace. Sei la cosa più bella che mi poteva accadere e per la prima volta in vita mia penso e so cosa vuol dire amare qualcuno ma ho paura di tutto, di perderti e non lo sopporterei. Perdonami amore mio, sii forte, ti amo e scusami… ». Le sue ultime parole, le sue frasi d’addio alla vita, Donatella le ha scritte in un foglietto bianco. Era bella e giovane, troppo giovane per decidere di farla finita. Invece ha scelto di andarsene nella solitudine di una cella. Si è suicidata in carcere a Verona a soli 27 anni, nonostante avesse ancora la vita davanti che la aspettava e un’infinità di sogni e progetti tutti da realizzare.

Donatella e l’amore per Leo: «Ho paura di perderti»

«Dona», come la soprannominavano affettuosamente gli amici, era innamorata. Era la prima volta che il suo cuore veniva rapito da un ragazzo. «Si volevano un bene dell’anima, erano inseparabili»: di recente avevano anche preso una casa in affitto. «Volevano stare sempre insieme». Lui si chiama Leo e da lunedì notte è sprofondato nella disperazione. «È sotto choc, ha smesso di parlare e non mangia più, è sconvolto – lo descrivono preoccupate le persone a lui più vicine -. Non riesce ancora a credere che sia successo davvero… ». Come Leo, nessuno dei conoscenti della 27enne si capacita dell’accaduto. «La speranza.. Ti è stata tolta la speranza…Speriamo che tu ora abbia trovato la pace di cui avevi bisogno.. Ci mancherai Donatella», la ricorda affranta un’amica.PUBBLICITÀ

I problemi di dipendenza e la detenzione in carcere

Donatella aveva problemi di dipendenza ed era detenuta nel carcere di Montorio per alcuni reati di lieve entità, furtarelli nei negozi commessi per la droga. Era stata affidata in comunità da cui però si era allontanata. In cuor suo, sperava però di uscire presto: per questo l’avevano rimessa in cella. Grazie all’interessamento del suo legale e dei servizi, era in attesa che venisse predisposta una misura alternativa che comprendesse un programma terapeutico da svolgersi sotto il monitoraggio del Sert. Bastava aspettare ancora un po’ ma la 27enne, presa da un momento di disperazione, si è tolta la vita mentre si trovava da sola in cella. Ha messo in atto il tragico gesto durante la notte tra lunedì e martedì, inalando del gas dal fornelletto. «Quando sono arrivati gli agenti, per la ragazza non c’era più nulla da fare – spiega Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa Polizia Penitenziaria – A livello nazionale,siamo al 42esimo suicidio in carcere dall’inizio dell’anno, ci avviamo a superare i 54 totali registrati nel 2021. Il carcere genera violenze e morte, suicidi e omicidi, aggressioni al personale – aggiunge De Fazio -. Sono teatri di violenza che incidono fortemente sulle persone, crea forte disagio nei soggetti più deboli che vengono portati al suicidio. Nei carceri femminili di solito la situazione è più tranquilla, ci sono meno persone – ha continuato Gennarino De Fazio – A Verona la situazione è difficile ma lo è ovunque nelle carceri italiane».

La denuncia: «In estate i suicidi in carcere aumentano»

Stando a quanto denuncia Monica Bizaj, attivista per i diritti dei detenuti, «come ogni estate i suicidi in carcere aumentano vertiginosamente, come ogni estate tutto si ferma, per il mondo dei liberi ci sono le ferie, per i detenuti ci sono 24 ore da riempire in qualche modo, per non restare soli coi tormenti dei pensieri. Donatella non ha retto a tutto questo, Donatella – rivela Bizaj – aveva paura di non farcela, Donatella aveva perduto la speranza a soli 27 anni. E tutto questo nell’assenza assordante dello Stato, che da troppo tempo sta restando sordo e cieco di fronte ai drammi quotidiani che si vivono nelle carceri italiane. Tutto questo – continua Monica – nonostante 2 anni e mezzo di restrizioni per Covid, che hanno reso la detenzione ancora più afflittiva».

Da inizio anno cinque detenute si sono tolte la vita

Il giorno prima di Donatella, lunedì 1 agosto, al carcere di Rebibbia si era impiccata un’altra donna, sempre con problemi di dipendenza. Dall’inizio dell’anno, compresa la 27enne veronese, sono cinque le detenute donne che in Italia si sono tolte la vita in cella. «Un numero altissimo – evidenzia l’associazione Antigone – se si considera che, al 30 giugno 2022, le donne sono pari al 4.2% del totale della popolazione carceraria». Creature fragili che non reggono alla lontananza dagli affetti più cari. Come Donatella che «temeva di perdere il suo amato Leo».