ROBERTO

era il 12 novembre 1984 quando mettesti la tua firma in calce all’atto costitutivo della nostra associazione, insieme a fra Beppe e a un piccolo gruppo di volontari.

Da quel momento ha avuto inizio la lunga storia, che ti ha visto impegnarti a trecentosessanta gradi in Fraternità, dedicando tempo e risorse al servizio delle persone che si trovano coinvolte nel mondo del carcere, “la tua seconda famiglia”, come tu eri solito definirla

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Un servizio che non conosceva limiti di tempo: accompagnare i detenuti in permesso a trovare i loro familiari, riempire la tua auto di prodotti di igiene raccolti nelle parrocchie per consegnarli in carcere, trascorrere ore ed ore tra quelle mura ad ascoltare storie e rispondere ai bisogni di uomini e donne che, pur essendo reclusi, sentivano di essere da te riconosciuti prima di tutto come persone.

Persino la domenica non era domenica senza la Messa in carcere.
Sei stato per anni il nostro presidente e per molti più anni ancora hai garantito la tua presenza instancabile e proficua nel carcere cittadino, prima, all’epoca ormai lontana nel Campone, e successivamente, fino a quando le forze te lo hanno consentito, a Montorio.  

Fra’ Beppe, il nostro fondatore, ha davvero trovato in te, oltre che un validissimo collaboratore, un amico prezioso. Eri per lui come un fratello, la tua voce era l’unica che riusciva, ma solo raramente, nell’impresa di farsi ascoltare da lui,

frate intraprendente e determinato nel promuovere iniziative a favore dei detenuti e dei loro familiari. Assieme a lui sentiremo la tua mancanza, come la sentiranno i nostri fratelli e le nostre sorelle in carcere e siamo certi che anche il personale del carcere, che ha avuto modo di apprezzarti per la tua gentilezza e la tua dedizione, serberà di te un ottimo ricordo.

Fraternità desidera raccogliere la testimonianza e la sensibilità, paterna e ferma nello stesso tempo, che ti hanno contraddistinto.

Uno dei tuoi ultimi desideri sappiamo essere stato quello di richiedere il rinnovo del permesso per entrare in carcere, l’art. 78, per poter partecipare alla visita di papa Francesco a Montorio, ma il decorso della tua malattia non te l’ha permesso.

Siamo certi che saprai trovare il modo di continuare a sostenerci nel proseguimento dell’opera di volontariato.

Per tutto questo e molto altro, che è emerso dai ricordi e dalle riflessioni che in questi giorni ci siamo scambiati, il nostro sentito e affettuoso GRAZIE.

Con l’abbraccio di Fraternità