Liberi di studiare

   Sabato 23 giugno 2012, i detenuti della terza sezione del carcere di Montorio che hanno partecipato al progetto “Scuola media superiore” erano in festa. Si sono incontrati con i docenti che li hanno seguiti, stimolati ed accompagnati nello studio durante tutto l’anno scolastico. Era presente anche la vice-preside dell’Istituto “Lavinia Mondin” ed alcuni tra i docenti della Commissione d’esame, che è entrata in carcere nei giorni scorsi per accertare la  loro preparazione.

In dodici hanno sostenuto gli esami di idoneità per l’accesso alle varie classi del Liceo Linguistico Europeo. Di questi ben dieci hanno superato l’esame, alcuni anche in modo veramente brillante ricevendo le congratulazioni della Commissione.

L’occasione della festa era la consegna dei risultati, ma la festa era per tutti: quelli che hanno fatto l’esame e l’hanno superato, quelli che hanno fatto l’esame e non l’hanno superato ( si tratta di una sfida vera, selettiva!!! ), quelli che hanno partecipato tutto l’anno alle lezioni come uditori, perché interessati alla cultura, allo studio delle lingue, molto attenti a non  perdere un’occasione straordinaria per dare senso al tempo che in carcere scorre altrimenti in modo assurdamente vuoto. In tutto 26/27 detenuti che hanno approfittato di questa occasione per ringraziare in modo commosso chi ha permesso loro di vivere questa esperienza.

Liberi di studiare, questo è il motto che i detenuti hanno fatto proprio.

Il motto all’insegna del quale gli studenti di alcune classi dell’ITISMarconidi Verona si sono riuniti in assemblea il 5 maggio  per trattare, insieme al responsabile del progetto Scuola Media Superiore in terza sezione, il problema delle condizioni di vita dei detenuti all’interno delle carceri italiane. Si sono confrontati in modo serio, hanno ascoltato interviste rilasciate dai detenuti, hanno letto gli articoli del giornalino Il miglio rosso, giornalino redatto all’interno del carcere con articoli scritti da questi speciali studenti del liceo linguistico. Hanno voluto le matrici, ne hanno stampato centinaia di copie e le hanno vendute ai loro compagni. Sapevano che, oltre all’importanza del sensibilizzare i compagni su questo problema, potevano contribuire a coprire parte della quota versata come tassa d’esame e rendere quindi realmente e concretamente possibile la libertà di studiare a cui si erano ispirati. Impressionati ed alcuni anche commossi, i detenuti hanno pregato i docenti presenti  di trovare il modo per esprimere la loro gratitudine a questi loro colleghi studenti “fuori”. Il dialogo comunque continuerà, assicurano, anche attraverso il “Miglio rosso”.