L’eredità dell’«apostolo dei carcerati»

Riapre, restaurata, la «Casa San Giuseppe» fondata nel 1954 da Don Giuseppe Girelli.

La casa, al momento della sua apertura, rappresentava l’unico esempio in Italia di accoglienza di ergastolani o ex detenuti anziani senza famiglia. Nel corso degli anni si è vista trasformare in un semplice ricovero per anziani, perdendo la sua specificità. Da qualche anno era diventata inutilizzabile per l’incompatibilità della struttura con le nuove norme sulla sicurezza.

Nel 2010 sono iniziati i lavori di restauro. Con questi, grazie alla sensibilità del nuovo direttore e del nuovo parroco, si è intrapresa anche una pianificazione volta a ripristinare la missione originaria di Don Girelli. La casa ha ora 30 stanze singole con il bagno autonomo, uno spazio aperto e locali adibiti ad attività ricreative. In queste 30 stanze sono stati destinati 5 posti per l’accoglienza di detenuti con permessi o agli arresti domiciliari rientranti nel progetto regionale “Esodo”, progetto di inclusione socio lavorativa per detenuti ed ex detenuti. Due terzi dei posti rimanenti da maggio sono riservati per ospitare i detenuti uscenti dagli ospedali psichiatrici giudiziari, che pare verranno chiusi.

Si vuole così tornare sui passi di Don Girelli, “l’apostolo dei carcerati”, per il quale è in corso la causa di beatificazione. Fra Beppe Prioli, che per motivi di salute non ha potuto essere presente all’inaugurazione della Casa, ricorda la preziosa presenza di Don Giuseppe Girelli nelle carceri: “Don Giuseppe era «uomo di silenzio», i suoi sguardi arrivavano dritti nel cuore dei detenuti. Aveva anche un’attenzione particolare nel sensibilizzare altri sacerdoti a questa realtà, portandoli in missione nelle carceri italiane, per essere segno di speranza e perdono. Mi ha lasciato in eredità questo: come operare in carcere e come ascoltare i detenuti.”

Significativo per l’impronta che si vuole dare alla Casa San Giuseppe è anche il fatto che l’inaugurazione sia stata preceduta da una tavola rotonda dal titolo “La condizione dei detenuti nelle carceri italiane e le risposte della società civile”, organizzata dall’associazione “Amici di Don Girelli onlus”.

Inizia anche per la comunità di Ronco all’Adige un percorso di inclusione che potrebbe diventare esperienza-pilota per altre realtà simili.

 Vedi anche L’Arena del 20-1-12Verona fedele del 22-1-12 e L’Arena del 16-2-12