E’ stata un successo la XV Festa del Volontariato, svoltasi domenica 27 settembre in piazza Bra, promossa dal CSV in collaborazione con l’Assessorato ai Servizi Sociali. Ottanta gli stand presenti, a rappresentare le diverse associazioni solidali di Verona e provincia. Tra questi, La Fraternità, che con il suo banchetto e la cella, certo non poteva passare inosservata.
La giornata inizia ufficialmente alle dieci, in una grigia mattina di settembre, ma questo non scoraggia l’entusiasmo dei volontari, già pronti e sorridenti ben prima delle dieci, nei loro banchetti coloratissimi che affollano piazza Bra. La nostra cella, vicino al banchetto, nonostante non sia in posizione centrale, attira un notevole numero di persone fin dal primo mattino. Curiosi, passanti, volontari, turisti tedeschi, australiani, inglesi, giapponesi passandoci davanti la osservano, e le reazioni son le più diverse. C’è chi si avvicina quasi timoroso e sosta un momento all’entrata, ma senza varcare la soglia, chi le rivolge solo uno sguardo sfuggente, chi si ferma infastidito e vuole dire con forza la propria opinione, chi ancora ne è affascinato ed entra subito, incuriosito. I più interessati, una volta vista la cella, si avvicinano al nostro banchetto per saperne di più e avere ulteriori informazioni. Forse è tutta qui la bellezza di una giornata come questa: parlarsi, discutere, incuriosirsi degli altri e con gli altri.
Fin da subito è evidente che ogni persona, dalla più sgarbata a quella cortese e interessata, porta nuovi spunti di riflessione. I primi che si avvicinano alla cella, casualmente, sono proprio alcuni ex detenuti. “Non era così la cella in cui eravamo” dichiarano, “non era così accogliente” ribadiscono, eppure rimangono ugualmente lì, ad osservarla da fuori, incuriositi. Passa una signora anziana, fissa la cella con aria di sfida e inizia ad inveire: “dovreste fare come in America, ammazzarli tutti!”. Passano alcuni ragazzi, rimangono sconvolti, chiedono quale sia il nostro lavoro, cosa cerchiamo di fare dentro e fuori dal carcere. Due ragazzi giovani, un po’ spavaldi, dopo che son stati chiusi dentro per neanche due minuti chiedono di uscire, ora più turbati, e iniziano a fare domande. “Tutto il giorno lì dentro?” ora chiedono. Alcuni passanti si avvicinano, vogliono capire meglio cosa sia il carcere, quali siano le sofferenze dei detenuti e dei familiari, e partendo da questo raccontano qualcosa della loro storia, di quell’amico e/o parente che è in carcere o che ha vissuto l’esperienza del carcere, e così, spontaneamente, ci regalano qualcosa di loro. I volontari della Fraternità a turno fanno da guida, chi accompagnando i più curiosi all’interno della cella, chi raccontando, al banchetto, del lavoro e dei progetti dell’associazione. Qualche ragazza giovane e gentile si avvicina, vuole saperne di più, potrebbe essere interessata a fare volontariato in quest’ambito. Alcune sono interessate alla corrispondenza, altre chiedono in cosa consistano gli incontri con i familiari.
Nello stand sono sistemati con cura diversi libri, tra cui: 40 anni tra i lupi, Risvegliato dai lupi, Cattivi e Buoni Ragazzi, e poi ci sono i dvd, i volantini della Fraternità, di Tramurales e dei diversi servizi offerti. Emerge con evidenza, fin dalle prime concitate ore del mattino, che la tematica della pena e del carcere attira, incuriosisce, infastidisce, e spesso l’argomento è infarcito di pregiudizi, di luoghi comuni, che non sono facili da scalfire nonostante anche dai commenti all’apparenza più sgraditi siano nati interessanti spunti di riflessioni tra i volontari. La sensazione preponderante è che, per mettere in discussione questo populismo dilagante, sia fondamentale avere occasioni come questa, nelle quali si avvicinano al mondo del carcere diverse tipologie di persone, che magari spontaneamente non verrebbero a cercare informazioni ma che ora sono lì, per caso o per curiosità, e ascoltano, chiedono, fanno domande. La giornata trascorre così, tra discussioni, risate, riflessioni, in un via vai continuo di persone. Qualche libro viene venduto, molti volantini vengono distribuiti.
Passeggiare per piazza Bra tra gli stand lascia una piacevole sensazione di positività. Si trovano realtà molto diverse e interessanti: dall’Avis a Essere Clown, da Legambiente al Telefono Rosa, dall’ Associazione Alzheimer alle Unità Cinofile ecc. Nel pomeriggio il Gruppo Ricerca Danze Popolari in cerchio inizia a ballare, coinvolgendo un numero sempre più alto di persone. I Clown, circondati da una moltitudine di bambini, inventano giochi sempre nuovi mentre vicino a loro lo stand del Primo Soccorso, con i manichini a terra, insegna alle persone a fare il massaggio cardiaco. Avere la possibilità di guardare da vicino realtà così diverse e potersi confrontare con gli altri volontari è un’esperienza enormemente arricchente. Da un banchetto all’altro ci si scambiano consigli, perplessità, fatiche e soddisfazioni.
Un’altra attrazione della giornata è stata il risciò solidale, per il trasporto di disabili e anziani, che, girando per la piazza e per le vie del centro, ha attirato gli sguardi di molti. Per l’occasione ha trasportato anche alcuni soci della Fraternità, primo tra tutti Fra Beppe, arrivato al banchetto nel pomeriggio, che ha rallegrato gli animi dei volontari salendoci sopra e benedicendo dal risciò, come un papa, tutti i passanti che affollavano la piazza e che lo guardavano, divertiti e incuriositi.
In questo clima, tra profondità e leggerezza, la lunga giornata volge gradualmente al termine e i volontari, gli irriducibili rimasti fino alle 19 iniziano a smontare la cella. Intorno a loro la piazza inizia lentamente a svuotarsi e i banchetti a chiudere. Nella stanchezza generale rimane quella piacevole sensazione di non essere soli, ma di far parte di una solida rete. Le magliette azzurre distribuite ai volontari durante la giornata portavano la scritta: Il bene moltiplica il bene.
In giornate come questa, la percezione è che, al di là di tutte le possibili difficoltà e inevitabili contraddizioni, sia proprio così.