Non ci aspettavamo tanta partecipazione alla conferenza stampa che accompagnava la firma della convenzione “Sprigiona lavoro” tra l’Amministrazione penitenziaria e La Fraternità, in rappresentanza degli Enti impegnati nella realizzazione del progetto.
Il caldo esagerato ha impedito che l’incontro si svolgesse in Sala Morone; si è pensato bene di spostarlo in un’aula più fresca del convento di S. Bernardino, gremita di persone a vario titolo interessate.
Dopo l’introduzione del Presidente della Fraternità, che ha ripercorso le tappe e i contenuti di questo accordo, sono intervenuti brevemente gli altri firmatari in rappresentanza di Confindustria, del Patronato Acli, della Casa circondariale di Verona e del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria.
Il Patronato Acli è abilitato dai nuovi decreti a fare intermediazione di manodopera e mette uno specifico software a disposizione per facilitare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.
Si è sottolineato che ci si muove nel solco dei due principi costituzionali del lavoro e della rieducazione. Se il carcere può diventare risorsa per una ricostruzione di dignità, e non di assistenzialismo, il lavoro ne costituisce il fattore più importante. E se comunque la persona detenuta proveniva da un territorio, nel territorio deve tornare ed essere riaccolta. Oltre agli aspetti etici, ci sono altri vantaggi per le imprese che assumono inizialmente detenuti, che poi saranno ex detenuti: gli sgravi fiscali, la disponibilità personale, il contributo alla sicurezza.
Leggi il testo dell’Accordo quadro che avvia il progetto “Sprigiona lavoro”
16-7-15 – L’Arena: “Dopo il carcere, un progetto di lavoro”
16-7-15 – Corriere di Verona: “‘Sprigiona il lavoro’ – Carcere e industriali formano i nuovi operai”