Dare parole al cambiamento/ 8

Venerdì 1 aprile la dottoressa Di Palma ha tenuto presso il convento di San Bernardino l’ultimo incontro del corso "Dare parole al cambiamento. Le relazioni epistolari e i colloqui di sostegno con autori di reato" rivolto ai volontari che, per lettera o nei colloqui, intrattengono relazioni di aiuto con persone carcerate o in situazioni di disagio. E’ stato un momento di sintesi e di verifica del percorso realizzato: ognuno dei presenti ha comunicato agli altri una propria riflessione, praticando ancora una volta quel vivace confronto che è stato una caratteristica importante del corso e che ha dato vita ad un gruppo unito e dinamico

 Le aspettative dei partecipanti al corso erano piuttosto alte, soprattutto da parte di chi, avendo iniziato, senza una formazione specifica, a corrispondere con persone detenute, si è reso conto in prima persona di quanto invece sia importante essere adeguatamente preparati: scrivere una lettera non è un dramma, ma il volontario scrive a persone che vivono un dramma, ed ha perciò una grande responsabilità. Loredana, la volontaria della Fraternità che ha promosso e organizzato il corso, dichiara che proprio questa esperienza e questa consapevolezza l’hanno stimolata a dare una risposta all’esigenza di formazione espressa da molti altri volontari

 I partecipanti hanno perciò portato agli incontri tutto il loro vissuto e le domande che questo aveva fatto nascere in loro, spesso molto concrete, talvolta anche complesse. Il corso ha corrisposto in pieno alle aspettative: non è stato sviluppato un discorso solo teorico, ma è stata data risposta anche alle domande più concrete e apparentemente più semplici. A queste condizioni, i volontari hanno sentito di avere ricevuto una preparazione ideale, fondata sia su solide basi teoriche sia sull’esperienza condivisa. In particolare è stato molto apprezzato che la dott.ssa Di Palma abbia definito con chiarezza gli aspetti fondamentali dell’intervento del volontario: da un lato, il senso profondo della relazione d’aiuto, la direzione verso la quale condurre, sia pure con tutti gli opportuni adattamenti alla situazione specifica, la persona in difficoltà; dall’altro, le responsabilità e i limiti di un rapporto di sostegno e di accompagnamento, particolarmente in ambito giudiziario.

Nell’analisi dei diversi casi, la guida della dott.ssa Di Palma ha permesso di individuare un metodo, capire delle dinamiche ricorrenti, definire i ruoli: le analisi e le discussioni hanno permesso di cogliere, nella varietà dei casi, delle costanti a cui riferirsi. Il confronto tra diverse esperienze può essere trasferito anche nell’attività individuale: ad esempio, può servire come riferimento quando, nei colloqui con una persona detenuta, ci si trova di fronte a situazioni di volta in volta diverse, che sembrano portare a valutazioni divergenti. Diventa in questo modo essenziale avere acquisito l’abitudine a operare confronti anche per individuare delle costanti. L’importanza data al confronto (tra esperienze diverse, tra punti di vista diversi, tra diverse valutazioni) ha fatto sperimentare quanto sia importante non essere soli nell’attività di volontariato: potersi confrontare non è solo un arricchimento, ma una condizione indispensabile.

Aver frequentato il corso ha perciò avuto una ricaduta benefica sull’attività di ciascuno: non solo ha migliorato l’impostazione e la conduzione dei colloqui o della corrispondenza con le persone in difficoltà, ma ha anche aperto nuovi orizzonti nella conoscenza dell’altro in generale, insegnando a dare significato anche ai dettagli. Attraverso il corso molti volontari sentono perciò di avere affinato gli strumenti per confrontarsi con la complessità della realtà, anche al di fuori dell’azione di aiuto.

Considerati i positivi risultati dell’esperienza vissuta, i presenti si augurano che ci sia una continuazione: l’esigenza dell’aggiornamento è sempre viva, perché cambiano i problemi e le diverse situazioni pongono domande sempre nuove. C’è chi propone, come ulteriore sviluppo dell’iniziativa, dei momenti di ‘supervisione’ di casi particolarmente impegnativi, in cui possano confrontarsi le diverse figure che seguono uno stesso detenuto, magari sotto la guida esperta della dott.ssa Di Palma. Loredana afferma che, oltre che individuare o progettare nuove occasioni di formazione, è comunque importante trasferire le modalità che hanno caratterizzato gli incontri del corso anche, ad esempio, agli incontri mensili del gruppo della corrispondenza, per continuare quel processo di auto-aggiornamento di cui ha assolutamente bisogno chi si occupa di relazioni interpersonali

 Conclude la carrellata di giudizi e riflessioni la dott.ssa Di Palma, la psicologa docente del corso, la quale, dopo avere sottolineato empaticamente la difficoltà del volontariato giudiziario, che presenta situazioni molto particolari sia nei colloqui sia nella corrispondenza, esprime la sua soddisfazione di avere trovato un gruppo di persone motivate e disponibili a mettersi in gioco, con le quali si è creata una buona sintonia, tesa al conseguimento di un obbiettivo condiviso.

Tra i risultati positivi del corso si può infine includere lo sviluppo della conoscenza reciproca e del dialogo tra i soci della Fraternità, che hanno concluso la serata in una vicina pizzeria.