Che spleen questa galera

Baudelaire evoca la terra trasformata tutta in una cella umida, dove la speranza si agita inutilmente come un pipistrello spaventato che sbatte le ali contro i muri e la testa contro il soffitto fradicio; e la pioggia che tracciando le sue strisciate senza fine sembra imitare le sbarre di una grande prigione.

Anche questo è spleen, è malinconico malessere interiore, è passaggio comunicativo di stati d’animo tra il poeta dei Fiori del male e chi è costretto a subire una prigione tremendamente reale.

Potrebbe essere questa analogia ad aver spinto il laboratorio teatrale “Bagliori ai margini”, nella terza sezione del carcere di Montorio, ad ispirarsi a Baudelaire nel preparare una rappresentazione che purtroppo sembra riservata al solo pubblico di detenuti.

18-6-15 – L’Arena: “Baudelaire in carcere. Il teatro come nuova libertà”


Pubblicato

in

da

Tag: