Cattivi e buoni ragazzi

Riflessioni, testimonianze, emozioni sul tema della legalità e del carcere, sono raccolti in questo libro dal titolo interessante: chi sono i cattivi e i buoni ragazzi? La raccolta nasce dal Progetto “Il carcere entra a scuola. La scuola entra in carcere”, con il quale le tre associazioni di volontariato “Il granello di Senape” a Padova, “La Fraternità” e “Il Progetto Carcere 663” a Verona, hanno coinvolto diverse scuole medie inferiori e superiori, associazioni e università in un percorso di conoscenza e sensibilizzazione sulla realtà penitenziaria.
Non solo le parole dei detenuti o ex detenuti e dei volontari che sono sempre in contatto con loro, ma anche quelle degli studenti e degli insegnanti che hanno ascoltato per la prima volta le loro storie. “Prof, credevo fossero diversi” è il commento che i professori sentono fare più spesso agli alunni. Improvvisamente volti sconosciuti del telegiornale, o soggetti anonimi etichettati dal reato commesso, diventano per gli studenti persone reali che portano la propria esperienza di fronte a loro, riempiendola di emozioni e vissuti che lo schermo difficilmente riesce a trasmettere. Così “quello che ha rapinato una banca”, “ quello che spacciava droga” o “l’assassino”, diventano uomini e donne con una storia triste, un passato difficile, fatto di lutti, povertà, disagi affettivi e psichici, ma anche persone che, in fondo, non sono così distanti da noi e che in un momento particolare della loro vita hanno fatto una scelta, quella sbagliata.
Dalla relazione e dall’identificazione inconscia, che inevitabilmente viene messa in atto di fronte ad un racconto vivido e intenso come quello di chi è stato in carcere, scaturiscono i pensieri, i dubbi, le paure di chi sta formando la propria identità e imparando a conoscere la società. Sono i ragazzi stessi a dar voce, attraverso i loro temi e le loro lettere, ad un senso di giustizia, che pur non escludendo l’espiazione della colpa, si basa sulla comprensione e sul perdono di chi ha commesso un errore ma soprattutto sulla rieducazione e il reinserimento sociale del reo.

Questo libro testimonia l’importanza di un intervento educativo all’interno della scuola, che non sia solo rivolto alla prevenzione o alla denuncia dei comportamenti devianti ma, alla conoscenza autentica di una realtà offuscata da tanti luoghi comuni e pregiudizi che impediscono di vedere le persone con i loro vissuti, la loro storia, le loro fragilità e infine i loro errori.

Ristretti Orizzonti 2010, pp. 220