Carceri e pene nella storia di Verona

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Com’era il carcere in passato? Quale il ruolo che doveva svolgere? Come sono state attuate le sanzioni punitive nel corso dei secoli? In Carceri e pene nella storia di Verona si è cercata una risposta a tali interrogativi. Un libro di Erika Speri e Francesca Viviani, incentivato dalla Fraternità e inserito in un progetto più ampio di sensibilizzazione sui temi della giustizia, promosso dal Centro Servizi Volontariato. Realizzato con la collaborazione del Centro Turistico Giovanile, il lavoro di ricerca ripercorre la storia della nostra città per guardare ai temi attuali della sicurezza e dell’intervento punitivo da una prospettiva ampia, che vada oltre la cieca vendetta e i pregiudizi più superficiali e sterili.

Dall’età romana ai nostri giorni – passando per le varie dominazioni e la dittatura nazifascista – un centinaio di pagine che attraversano la storia di Verona fotografandola da un’angolatura originale, scoprendo aneddoti su persone, vicende, modi di infliggere o subire le pene. Dal Torrazzo di Piazza Erbe, ritratto in copertina, fino agli Scalzi e alle carceri del secondo dopoguerra (il Campone e Montorio) per ritrovare aspetti insospettati e dettagli curiosi che stimolino a recarsi anche fisicamente nei molti luoghi che sono stati impiegati come carceri, accostando alla curiosità turistica una consapevolezza storico-sociale.

“Una robusta zumata indietro fino all’età romana – spiega il volontario della Fraternità Arrigo Cavallina nell’introduzione al volume – non per guardare con nostalgia al buon tempo antico”, ma piuttosto per riflettere sul fatto che “concezioni, giudizi che per un certo tempo sembrano gli unici possibili, arretrando il punto di vista sui secoli, scopriamo che non sono valori assoluti, che hanno una nascita, uno sviluppo e, chissà, un deperimento e un superamento”.


pp. 114, costo 10 €