Ad un mese e più dalla bella occasione che ogni anno viene offerta alla città di Verona, la festa dei Popoli di Villa Buri, pubblichiamo una lettera arrivataci da un detenuto del carcere di Montorio, che quel giorno, il 27 maggio, usufruiva di un permesso e, con altri detenuti, ha potuto partecipare alla festa.
“Sono un detenuto del carcere di Montorio e provo in queste poche righe a descrivere la giornata appena trascorsa, ricca di valori e d’intese emozioni. Comincio col raccontarvi che questo permesso per me è stato davvero educativo e creativo, ho partecipato all’annuale Festa dei Popoli che si è svolta a Villa Buri ed ho finalmente riassaporato momenti (purtroppo brevi) di libertà assieme a mia figlia e ad alcuni amici in mezzo ad una folclorica e variopinta folla di ogni razze e, contrariamente a ciò che si può pensare, andavano tutti d’accordo. Tutto questo deve far riflettere perché è una gran vittoria sui preconcetti e sulle forme di razzismo ancora esistenti. Assistere e vedere di persona la “fratellanza” di gente di diverso colore, etnia, cultura, religione scambiarsi abbracci e opinioni e poi guardarli ballare e divertirsi tutti assieme ha reso la mia giornata davvero fantastica. Momenti del genere non devono restare così isolati, anzi, esempi così limpidi contro l’odio razziale devono diventare parte integrante della nostra vita. So che tutto questo detto da una persona come me può suonare strano, però vi garantisco che oggi, in mezzo a questo mix di popoli è stato per me un onore sfilare e rappresentare la popolazione detenuta. concluderei con un pizzico di fantasia, diciamo che in passato c’è stato chi ha fatto il giro del mondo in ottanta giorni, a me oggi ne è bastato uno solo!”