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Nel 1968 fra’ Beppe Prioli già entrava in molte carceri italiane; alcuni reclusi di Porto Azzurro gli consigliarono di cercare volontari per essere aiutato e per meglio operare; dall’ascolto di questa indicazione è nata l’Associazione “La Fraternità”.

La nostra Associazione, di ispirazione cristiana e francescana ma aperta a chiunque ne condivida le finalità, si è costituita a Verona per il sostegno morale ai detenuti ed alle loro famiglie, per accompagnare i percorsi di recupero e riparazione, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul significato della pena e sui problemi del carcere.

L’esperienza maturata durante il nostro cammino ci ha portato a collaborare positivamente con gli operatori penitenziari, con gli enti pubblici e con altre associazioni locali, regionali e nazionali operanti nel settore penitenziario e del disagio.

Le nostre attività all’interno del carcere

Una parte dei soci ha l’autorizzazione (prevista dagli articoli 17 e 78 dell’Ordinamento Penitenziario) ad entrare nel carcere di Verona per svolgere attività diversificate secondo le loro attitudini e competenze, considerando le esigenze e la tipologia della popolazione detenuta, nelle condizioni e nei limiti posti dalla struttura in cui si opera.

Le attività interne si possono così sommariamente elencare:

  • colloqui di primo ingresso (ai cosiddetti “nuovi giunti”) per dare uno sguardo alle problematiche personali  e fornire le informazioni essenziali;
  • sostegno morale con colloqui individuali e di gruppo, soprattutto nelle situazioni di maggiore difficoltà;
  • sostegno scolastico ai livelli medio-superiore e universitario, non garantiti istituzionalmente;
  • colloqui per la ricerca di lavoro;
  • colloqui sui problemi specifici dei detenuti stranieri;
  • incontri di sostegno alla condizione familiare ed affettiva;
  • incontri interculturali per uno scambio ed elaborazione di esperienze;
  • percorsi formativi in ambito artistico (pittura, ceramica…) e comunicativo (giornalismo e grafica, disegno creativo…) con la realizzazione e diffusione di giornali e libretti tematici;
  • incontri di ricerca spirituale e di preparazione alle celebrazioni liturgiche;
  • presenza nella biblioteca della sezione femminile;
  • assistenza materiale.

Più in generale, i volontari si propongono di essere ponte tra detenuto e società civile (famiglie, parrocchie, comuni, enti e servizi del territorio, ecc.) per alleviare le sofferenze inutili e facilitare il rientro nella comunità di appartenenza, sapendo che il recupero ha anche effetto di prevenzione.

Le nostre attività all’esterno

Nel deserto della città, ogni buona intenzione di cambiamento personale e recupero sociale se non trova accoglienza e sostegno rischia di essere rigettata indietro, con danno per tutti. Anche le politiche riguardanti le povertà, i servizi sociali, gli interventi penali condizionano pesantemente gli afflussi, la permanenza, la vita stessa in carcere. L’impegno dei volontari all’esterno è quindi altrettanto importante di quello all’interno e “La Fraternità” dedica buona parte delle sue energie a queste attività:

  • corrispondenza epistolare con detenuti in tutta Italia;
  • “Centro d’ascolto”, aperto presso la sede (ma raggiungibile anche per telefono e/o mail) e rivolto a detenuti scarcerati, a familiari, a studenti, ad aspiranti volontari, a tutte le persone comunque interessate, per condividere le difficoltà, aiutare ad elaborarle, dare informazioni;
  • visite ed assistenza ai detenuti domiciliari;
  • accoglienza e accompagnamento di detenuti in permesso;
  • ricerca di opportunità d’impiego e progetti di reinserimento sociale, familiare, lavorativo;
  • sostegno alle famiglie colpite da vicende penali: con giornate conviviali di condivisione, gruppi di autoaiuto, colloqui di consulenza psicologica;
  • sensibilizzazione dell’opinione pubblica e nelle scuole e parrocchie sui problemi delle povertà, della legalità, dei diritti, della pena, con incontri e percorsi educativi;
  • corsi di formazione per volontari per accrescerne la consapevolezza e le competenze;
  • aggiornamento costante del sito internet www.lafraternita.it;
  • produzione di libri, stampati, audiovisivi, sussidi didattici, un modello di cella in grandezza naturale;
  • iniziative pubbliche come convegni, presentazione di libri,
  • organizzazione o partecipazione ad iniziative congiunte con altri Enti come lo sportello di segretariato sociale in collaborazione con ACLI, lo sportello Citt.imm., il cartello “Nella mia città nessuno è straniero”, la Festa dei Popoli, la rete a tutela delle persone senza dimora;
  • rapporti di stretta collaborazione con diversi Enti: col Centro Servizi per il Volontariato, che sostiene molti progetti; con le istituzioni che si occupano del penale, come l‘Uepe (Ufficio di esecuzione penale esterna) e il Garante dei diritti dei detenuti; col Comune e la Provincia, per valorizzare l’esercizio delle loro attribuzioni in ambiti che direttamente o indirettamente riguardano il penale; con le Facoltà di Scienze della formazione e di Giurisprudenza dell’Università di Verona, per iniziative riguardanti il mondo della pena e indicazioni a studenti universitari per la preparazione di tesi; con l’Asav (Associazione scaligera assistenza vittime di reato) per la doverosa attenzione e sostegno alle vittime dei reati in una prospettiva di mediazione e riparazione; con le altre Associazioni operanti nel penitenziario, per iniziative e progetti condivisi;
  • partecipazione ad organismi che in sede regionale o nazionale raggruppano e rappresentano le associazioni di volontariato penitenziario: le Conferenze regionale e nazionale volontariato giustizia, il Seac (Segretariato enti e associazioni carcere).
  • Gestione del centro d’ascoltoDomenico” davanti al carcere di Montorio.
  • Raccolta da parrocchie e privati di materiale per l’igiene personale.

Un impegno ininterrotto è rivolto alle Parrocchie e alla Chiesa locale perché guardino anche ai fratelli che soffrono per vicende penali con cristiana attenzione di accoglienza e di aiuto.

La Fraternità opera affinché le pene detentive in carcere siano previste ed applicate nei soli casi di reale necessità, perché si ricorra ad altre sanzioni più efficaci, perché comunque la pena assolva al suo compito costituzionale di educare alla responsabilità, alla riparazione e al recupero sociale di chi ha commesso reati, perché siano il dialogo ed il rispetto della dignità di ogni persona la misura del nostro benessere e della nostra civiltà.