Non lo dicono i soliti detenuti abituati a lamentarsi, non lo dicono i soliti volontari buonisti sempre pronti a dar ragione ai detenuti. Questa volta lo stabilisce proprio un’ordinanza del Magistrato di Sorveglianza di Verona.
Che accoglie la “doglianza” di uno fra i tanti (quasi mille) che subiscono quotidianamente la condizione di sovraffollamento, pena aggiuntiva non inflitta da sentenza né prevista, anzi vietata dalla legge.
Non è chiara però l’efficacia di questa ordinanza. Il detenuto avrebbe diritto ad un risarcimento, che viene però rinviato ad un altro procedimento, cioè ai tempi incivili della giustizia civile, cioè a chissà quando.
La direzione del carcere di Montorio, il Provveditorato regionale e il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria sono invitati a provvedere. Come? Il problema, il dramma, è tutto nelle mani dei politici sui quali incombe l’ultimatum della Commissione europea. E’ stato da poco emanato un piccolo decreto, un disegno di legge è in discussione in Parlamento, due commissioni lavorano per proporre soluzioni al Ministro. Poco possono fare gli uffici amministrativi e niente suggerisce in proposito il Magistrato di sorveglianza.
Il quale (meglio: le quali) sarebbero forse le sole a disporre di qualche strumento per rimediare almeno un poco alla situazione che denunciano: dipende infatti da loro la concessione dei permessi, anche per ricerca di lavoro, della liberazione anticipata, della detenzione domiciliare e delle altre misure alternative, o semplicemente la disponibilità ad ascoltare i detenuti recandosi personalmente in carcere.
12-7-13 – L’Arena: “Carcere degradante, si intervenga subito”