C’era un tempo in cui gli amici di Gambadilegno gli mandavano in carcere un seghetto dentro un panino imbottito. Poi c’è stato il tempo in cui qualche familiare portava dentro droghe varie, nascondendole magari nelle parti più intime. Adesso pare che nelle parti intime ci mettano i telefonini, probabilmente spenti perché sarebbe imbarazzante ricevere telefonate in quelle circostanze, per non dire del modo vibrazione. Naturalmente lo fanno per amore del proprio caro detenuto, ormai preda di questa nuova dipendenza, nell’oscuro tunnel del telefonino.
Senza più limiti di prudenza, ma costretti dal bisogno compulsivo di aumentare le dosi, i consumatori di telefonino si spingono fino al selfie e alla sua pubblicazione su Facebook, ai filmati e alla loro pubblicazione su Youtube. Si deve all’altissima professionalità della polizia penitenziaria la scoperta di queste pratiche vietate ed il sequestro, ripetutamente avvenuto, dei relativi dispositivi di telefonia mobile.
Per ulteriori informazioni si veda L’Arena del 16-1-15: “”Detenuto pubblica selfie su Facebook”.