“Per una giustizia possibile. Un progetto per la città”.

Spesso quando si guarda al mondo del carcere e della giustizia lo si fa con una visione reo-centrica: la persona che commette il reato è la persona che poi subisce la pena e per questo è solo a lei a cui bisogna pensare per ristabilire l’ordine sociale. Ma all’interno di questa visione si perde di vista l’altra importante faccia della medaglia: la vittima.

Per questo nasce una nuova iniziativa a Verona, “Per una giustizia possibile. Un progetto per la città”, che prevede l’ascolto della vittima e che si pone come obbiettivi la presa di coscienza dei problemi a cui le vittime di reato vanno incontro e il miglioramento del percorso di una pena che non dev’essere solo repressiva ma in primo luogo educativa.

Martedì 26 dicembre l’iniziativa è stata presentata con orgoglio nella sala degli Arazzi del Comune di Verona dal Presidente del Consiglio Comunale Luca Zanotto, insieme alla garante dei diritti delle persone private della libertà personale Margherita Forestan, con gli interventi dell’avv. Federico Reggio dell’Università degli Studi di Padova, di Annalisa Rebonato, presidente di ASAV e della coordinatrice dei giudici di pace, Edi Maria Neri.

“Questa iniziativa nasce dalla consapevolezza che una giustizia possibile c’è, a Verona sono già state portate a termine esperienza fruttuose – commenta l’avv. Reggio – bisogna sempre tenere conto di tre aspetti fondamentali: l’offensore, esistono grandi difficoltà nell’offrire delle chance di reinserimento sociale; la vittima, spesso dimenticata e trascurata; e la comunità civile, colpita dall’accaduto del reato. Questo progetto tiene conto di tutti questi aspetti della giustizia”.

L’iniziativa prevede l’apertura di un centro d’ascolto, ogni martedì dalle 16.00 alle 19.00 presso Palazzo Barbieri, dal 6 dicembre, in collaborazione con l’associazione A.S.A.V. (Associazione scaligera vittime di reato). Allo sportello potranno rivolgersi le vittime di reato e le loro famiglie, a cui verrà offerto un servizio di accompagnamento, supporto emotivo, informazione.

La garante Margherita Forestan è intervenuta affermando che: “Si sta studiando una convenzione tra tribunale e comune per permettere una visione differente del reo, non necessariamente in carcere. La convenzione punta a definire la funzione riparatrice della pena e l’avvicinamento dell’autore di reato con la vittima.

Il nostro scopo è quello di favorire un’introduzione più sistematica di pene alternative; per l’autore di reati minori, per esempio, è molto più produttiva una pena lavorativa sul territorio, in modo che possa restituire qualcosa alla comunità”. Infine aggiunge: “Tutto quello che si può fare localmente Verona lo sta facendo e di questo dobbiamo essere orgogliosi”.

L’iniziativa prevede, inoltre, l’attivazione di forme istituzionali di mediazione, qualora possibili, anche per responsabilizzare l’autore di reato attraverso la presa di coscienza del dolore inflitto alla vittima.

Vedi il Progetto presentato alla conferenza stampa

30-11-13 – L’Arena: “Sportello per vittime reato”

1-12-13 – Verona fedele: “Uno sportello per l’ascolto delle vittime di reato”

6-1-14 – L’Arena: “Vittime di reato, più garanzie”