Questo breve saggio di Arrigo Cavallina si annuncia come un autentico messaggio di speranza per quanti si sentono offesi o vivono sentimenti “di colpa” e in particolare per chi è coinvolto, a vari titolo, nel grave problema del sistema penale e del carcere.
L’opera è costruita su un vero e proprio “intarsio di citazioni bibliche che rivelano un accostamento intenso della Scrittura, un gusto profondo della Parola di Dio” ed è tesa a dimostrare come, “qualunque sia il male commesso, Dio, quello severo del Vecchio Testamento e il Cristo, fratello nel Nuovo Testamento, offre sempre una possibilità di riconciliazione”.
In questo modo l’autore illustra la possibile svolta da una giustizia praticata secondo il modello retributivo del sistema penale a una giustizia “non-violenta” basata sulla “giustizia misericordiosa di Dio”.
In questo modo l’autore illustra la possibile svolta da una giustizia praticata secondo il modello retributivo del sistema penale a una giustizia “non-violenta” basata sulla “giustizia misericordiosa di Dio”.
Si raccomanda la lettura di questo libro “a tutti indistintamente e a coloro che in carcere chiedono con angoscia ed insistenza mi può Dio perdonare?, come a coloro che in carcere hanno il compito di vegliare sui detenuti e a quanti, fuori dal carcere, li accolgono in società, con la raccomandazione di non dimenticare come Vecchio Testamento, Nuovo Testamento e la legge stessa sottolineino l’intento educativo e non punitivo delle sanzioni”.
Con lettera del Cardinale Carlo Maria Martini.
Prefazione di Don Paolo Dal Fior, ex Cappellano del carcere di Verona.
Il Segno dei Gabrielli editori 1998, pp. 96, prezzo 9 €