Bologna, Zuppi: “Viviamo un giustizialismo da imbecilli”
L’accusa del vescovo di Bologna Matteo Zuppi, presidente della Cei: “Quando si entra in carcere e si butta via la chiave è pericoloso per tutti, perché si esce peggiori.
“Viviamo un giustizialismo da imbecilli” per effetto del quale “si mette dentro qualcuno e si butta via la chiave”. E questo è “pericoloso per tutti”, perché così dal carcere “si esce peggiori”. Ne è convinto il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, intervenuto o nella biblioteca Sala Borsa del capoluogo emiliano alla presentazione del libro di Antonio Mattone sulla storia di Giuseppe Salvia, vicedirettore del carcere di Poggio Reale ucciso dalla camorra 40 anni fa. “Ci sono carceri dove non c’è niente, solo repressione e contenimento – afferma Zuppi – e ce ne sono altri diversi, dove invece il carcere stesso cambia e si vive meglio, perché intorno c’è una società civile sveglia e intelligente”.
Quindi, insiste il presidente della Cei, dal carcere “si esce peggiori, se non c’è altro”. E questo ragionamento, mette in guardia Zuppi, vale per il proselitismo delle mafie ma anche “per il terrorismo, perché a volte ci si estremizza” proprio in carcere. Secondo il cardinale, dunque, “umanità e carcere devono andare d’accordo, anche senza compromessi. Umanità e carcere non devono essere in alternativa, ma una aiuta l’altro”. Zuppi si chiede ancora: “Il carcere può avere solo una funzione repressiva e di contenimento? È importante avere una giustizia davvero riparativa”, si risponde l’arcivescovo.