Di nuovo, a distanza di pochi mesi (il precedente lo scorso aprile, vedi il nostro commento in merito: https://www.lafraternita.it/2015/04/rivolta-o-no/), il tizio che mette i titoli sul quotidiano “L’Arena” chiama “rivolta” episodi gravi, deprecabili, dannosi per tanti poliziotti penitenziari e detenuti ricoverati in pronto soccorso, ma che con la rivolta non c’entrano assolutamente niente.
Anche questa volta si è trattato, in giorni successivi, di iniziative individuali, certamente non condivise dagli altri detenuti: un’aggressione, l’incendio di un materasso e degli arredi di una cella, forse ripetuto, che diffonde una quantità di fumi pericolosi. E ancora diciamo grazie alla polizia penitenziaria che è intervenuta riuscendo ad impedire conseguenze ancora più nefaste.
I sindacati della Polpen, ai quali si è poi accodato un parlamentare ex 5 stelle, non si sono lasciati sfuggire l’occasione per denunciare “ancora una volta la mala gestione nel carcere di Montorio, che pensa solamente all’immagine personale per creare eventi di serata di gala, pranzi, mostre, campeggi, gare podistiche e chi più ne ha più ne metta”.
Il deputato Tancredi Turco in un’interrogazione al Ministro della Giustizia chiede un’ispezione, aggiungendo che “l’attenzione del direttore del carcere è più attento (l’attenzione è più attento, sic!) ai mass media che a risolvere i gravi problemi” e critica in particolare la corsa podistica organizzata in carcere per il 31 ottobre, evento che, “seppur prestigioso e qualificante sotto il profilo dell’immagine considerate le autorità interessate e gli sponsor partecipanti, sembrerebbe tuttavia assolutamente di cattivo gusto ed inappropriato”.
Ci permettiamo alcune brevi considerazioni. Ci sono attività in carcere mirate al ripensamento e a facilitare la ricostruzione; sono quelle che, per l’Ordinamento penitenziario, giustificano l’ingresso e la partecipazione della comunità esterna e in particolare del volontariato. Altre iniziative non hanno obbiettivi di cambiamento personale ma sono comunque apprezzabili perché restituiscono ad alcuni detenuti occasioni simili a quelle della normale vita esterna (un concerto, la visita a una mostra, una gara sportiva…) attenuando la percezione di essere tagliati fuori dal resto della società.
Vorremmo quindi da un lato che tutto il personale penitenziario vedesse nelle attività educative non un fastidio, ma anzi l’attuazione, la finalità stessa del loro lavoro; dobbiamo però a nostra volta saper guardare anche con occhi diversi, di chi è già carico di impegni magari male organizzati, e che vorrebbe un giusto equilibrio tra efficacia educativa e compiti; si capiscono allora le perplessità verso iniziative che, malgrado la risonanza mediatica e l’aggravio di lavoro che comportano, poco lasciano nei progetti e nei percorsi di cambiamento personale.
Se fosse noto il progetto d’istituto si potrebbero concordare o almeno conoscere preventivamente le priorità e i criteri di valutazione delle attività prevedibili nell’anno, evitando successivi malumori e conflitti tra tutte le parti interessate.
Dopo l’ultimo episodio il segretario del sindacato Sappe parla “di una ingovernabilità e di una disorganizzazione da parte del direttore del carcere e del comandante del reparto di polizia penitenziaria”, sostenendo che l’amministrazione deve “quanto prima avvicendarli con altri dirigenti e funzionari evidentemente più stimolati professionalmente”.
E ancora il segretario dell’Uilpa lamenta che “il personale, nonostante le denunce sindacali, è dovuto intervenire privo di qualsivoglia dispositivo di protezione individuale“, cioè almeno le mascherine ventilate.
Il deputato D’Arienzo commenta: “Sono state attivate tutte le precauzioni per tutelare la salute degli agenti? Diversamente, penso proprio che il problema sia più grande di quanto conosciamo ad oggi”.
13-10-15 – L’Arena: “Fiamme e rivolta in carcere: 15 intossicati”
14-10-15: L’Arena: “‘In carcere la situazione è grave – Il ministro invii gli ispettori’”
15-10-15: L’Arena: “Ancora rivolta – Incendi in carcere, intossicati altri 12 agenti”
La storia continua. Un rappresentante del Ministero è arrivato in visita, ma non era la persona attesa dai sindacati, con i quali infatti non si è incontrato. Per cui non sembra sia servito ad attenuare il malumore.
La soluzione di ogni problema presente e futuro è invece indicata dal sindaco Tosi in una lettera al Ministro della giustizia: basterebbe infliggere pene esemplari ai due detenuti responsabili degli incendi.
16-10-15 – L’Arena: “Incendi e liti in carcere, ministero in sopralluogo”
17-10-15 – L’Arena: “Lettera al ministro per gli incendi a Montorio”
E i sindacati sono ricevuti in prefettura.
20-10-15 – L’Arena: “Polizia penitenziaria: ‘Costretti a lavorare senza più sicurezza’”
Anche gli avvocati della Camera penale prendono una posizione molto chiara, rilevando tra l’altro, come nel nostro titolo, la mistificazione del chiamare “rivolta” gli incidenti ed esprimendo solidarietà, oltre che al personale, agli stessi detenuti danneggiati dai gesti di 2-3 sconsiderati.
Vedi la delibera 19-10-15 della Camera penale veronese: “Al fuoco… al fuoco”
21-10-15 – L’Arena: “‘Servono soluzioni per aprire il carcere’”
Ma non è finita, non facciamoci mancare la notizia dell’aggressione quotidiana:
22-10-15: “Detenuto ad agente: ‘Ti trovo fuori, ti stupro e uccido’”
24-10-15 – L’Arena: “Detenuto psichiatrico aggredisce sei agenti”
29-10-15 – L’Arena: “Carcere, i poliziotti protestano in piazza”
Un commento della Garante Margherita Forestan:
1-11-15 – Verona fedele: “Incidenti in carcere: ‘Non servono norme più severe’”
E si continua: