A partire da lunedì 31 agosto presso la biblioteca del Carcere di Montorio si è tenuta l’ edizione “39 ½ “ del Festival del Cinema Africano, una particolare edizione pensata per questo 2020, anno in cui a causa delle difficoltà dovute all’emergenza Coronavirus molte delle attività previste sono state sospese o annullate. La celebrazione dei quarant’anni del Festival è stata infatti rimandata all’anno prossimo, e in carcere è stata sostituita dalla rassegna “Viaggiatori e migranti”.
Come sempre La Fraternità ha collaborato con la direzione artistica del Festival del Cinema Africano di Verona e con la direzione della casa circondariale, permettendo la partecipazione alla proiezione dei film e dei documentari di una giuria composta dai detenuti, che ha scelto il migliore tra i film in concorso assegnandogli il premio “Al di là del muro”.
Per questa speciale edizione, gli organizzatori del Festival hanno proposto una selezione di dieci tra film e documentari, provenienti da paesi sia africani (Tunisia, Egitto, Senegal) sia europei (Italia, Francia, Spagna), particolarmente significativi sul tema delle migrazioni. Alla fine di ogni proiezione si è tenuto un dibattito, sempre molto partecipato e vivace. Nell’incontro conclusivo la giuria ha assegnato il premio “Al di là del muro” al film “Il mondiale in piazza” di Vito Palmieri (Italia, 2018).
Nonostante lo scarso numero di partecipanti alla giuria, nei dibattiti tra i detenuti, in grande maggioranza africani, e gli assistenti volontari, sono emersi molti spunti di riflessione. I detenuti hanno potuto esprimersi in lingua inglese, e quindi con maggiore spontaneità , grazie all’appoggio del mediatore linguistico- culturale Wafaa El Antari (ex Servizio Civile presso La Fraternità). Il dialogo è stato moderato dal direttore artistico del Festival Stefano Gaiga e dalla videomaker Emanuela Rizzotto, che ha effettuato anche le riprese e le interviste che poi confluiranno in un filmato che permetterà alla giuria del carcere di essere virtualmente presente nella serata conclusiva del 15 novembre presso il cinema-teatro Santa Teresa. Al dibattito hanno partecipato anche i due soci di Fraternità Maurizio e Mariarita.
Come è emerso dai dibattiti, i detenuti della giuria si sono riconosciuti nei film della rassegna, e ognuno si è sentito incoraggiato a raccontare la sua storia e ad esprimere liberamente la propria opinione. Rispecchiandosi nei personaggi e nelle situazioni dei film e dei documentari, i detenuti hanno manifestato le proprie emozioni e preoccupazioni: la più condivisa e la più sentita è la lontananza dalla famiglia, l’impossibilità o la difficoltà di dare e ricevere notizie, di coltivare gli affetti.
I detenuti hanno molto apprezzato la possibilità che hanno avuto di esprimersi con spontaneità e di essere ascoltati. Hanno anche spiegato come, tornando nella propria sezione o cella e ritrovandosi con gli altri detenuti, abbiano discusso dei film anche con loro, da più punti di vista e prospettive: nello scambio di idee e nell’ascolto reciproco con i volontari avevano sentito di avere ricevuto importanti lezioni di vita, messaggi positivi che desideravano trasmettere a loro volta ad altre persone.
Il progetto è stato accolto entusiasticamente da tutti i detenuti partecipanti: vorrebbero che tutte le giurie formate nell’ambito del Festival fossero unite e solidali per mantenere viva questa manifestazione e permettere ancora questa esperienza così forte e significativa, chiedendo che, in qualche modo, possa anche avvenire un più diretto scambio di opinioni tra le diverse giurie.
I detenuti hanno sentitamente ringraziato gli organizzatori del Festival e l’associazione La Fraternità per questa importante occasione che è stata loro offerta. Un particolare ringraziamento è stato inoltre rivolto al direttore della casa circondariale, dott.ssa Maria Grazia Bregoli, per avere permesso la manifestazione.
Film e cortometraggi proiettati:
– Yasmina (20’) di Ali Esmili & Claire Cahen / Francia / 2018
– Senegal/Sicily: Homecomings (20’) di Alberto Amoretti / Senegal / USA /Italia / 2019
– Amin (91’) di Philippe Faucon / Francia / 2018
– Benzine (90’) di Sarra Abidi / Tunisia / 2017
– Il Mondiale in Piazza (15’) di Vito Palmieri / Italia / 2018
– Ghiaccio (75’) di Tomaso Clavarino / Spagna / 2019
– Induced Labor (90’) di Khaled Abdelhameed Diab / Egitto / 2017
– Libero (100’) di Michel Toesca / Francia / 2018
– Foreigner (27’) di Carlos Violadé / Spagna / 2018
– Les Coursiers de la République (33’) di Badredine Haouari / Francia / 2018